STABILIMENTI FIAT: MIGLIORANO LE CONDIZIONI DI LAVORO DEI DIPENDENTI

Ergonomia e percezione della fatica, ecco che cosa cambia in fabbrica 

Sono stati presentati a Milano pochi giorni fa i risultati della ricerca “Le Persone e la fabbrica” promossa da Fim-Cisl con la collaborazione dei ricercatori del Politecnico di Milano e di Torino. Lo studio, sia per l’esteso campione di lavoratori coinvolti sia per il tema analizzato risulta di fondamentale importanza per l’organizzazione delle fabbriche automobilistiche italiane e straniere. Infatti, non si tratta di una ricerca sul lavoro, ma di una ricerca totalmente focalizzata sul lavoratore e in questo caso specifico sul lavoratore degli stabilimenti Fiat.

Tra gli altri partecipanti al dibattito di presentazione dello studio, alcuni esponenti del mondo Fiat come Luigi Galante (Head of Manufacturing FCA EMEA Region), Luciano Massone (Head of WCM FCA EMEA Region) e Pietro De Biasi (Head of Industrial Relations FCA), gli studenti del Politecnico di Milano e di Torino, Alberto Cipriani e Ferdinando Uliano, segretario nazionale del sindacato FIM Cisl.

Un’importante segnale dal sindacato FIM Cisl, che dopo otto anni dall’introduzione in Italia del nuovo modello di organizzazione WCM (World Class Manufacturing), ha deciso di promuovere una ricerca sugli effetti di questa innovazione.

I numeri della ricerca: 10 focus group, 150 lavoratori, 10 stabilimenti, un questionario veicolato a 5.000 lavoratori in 30 stabilimenti e infine, interviste a manager, tecnici e specialisti. Una vera e propria inchiesta operaia di massa.

Tra i risultati più interessanti spiccano le migliori condizioni di lavoro e l’importanza percepita della progettazione ergonomica della postazione operativa.

La maggior parte dei lavoratori, infatti, affermano che con l’introduzione del WCM sono nettamente migliorati sicurezza, ambiente, pulizia e ordine del posto di lavoro.

Ancora più interessanti i dati emersi da stabilimenti come quello di Pomigliano, dove la maggioranza dei lavoratori ritiene che la progettazione ergonomica dei posti di lavoro sia l’elemento fondamentale per la riduzione della fatica fisica. Questa consapevolezza è espressione del fatto che la persona, sentendosi al centro di un sistema efficiente, è motivato a parteciparvi attivamente.

Di più difficile interpretazione, invece, un altro aspetto trattato nello studio e cioè quello dei tempi di lavoro. In molti casi, la riduzione delle attività non produttive, come ad esempio camminare per cercare un pezzo, è vissuta dai lavoratori come un tempo meno “libero” o più “stressante”. In altri casi c’è la consapevolezza che l’uso di moderne tecnologie e dell’ergonomia ottimizza i tempi riducendo fatica e malattie. 

Questa ricerca rappresenta un segnale di forte rottura con il passato. Per la prima volta è stata riconosciuta l’importanza di organizzare le fabbriche secondo schemi basati su un nuovo senso del lavoro e su una rinnovata importanza del lavoratore stesso. 

La ricerca: I risultati del Questionario a 5000 lavoratori

Gli esiti dei focus group: WCM e partecipazione nel vissuto 

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