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EAWS: Il sistema che migliora il lavoro in fabbrica

Categories: Innovations 2 | Posted by: Gabriele Caragnano

Per essere competitivi oggi nei nostri stabilimenti una condizione necessaria è quella di coniugare Produttività, Ergonomia e Modelli Operativi Partecipativi. Pause, carichi biomeccanici, fatica, ergonomia, circoli del miglioramento continuo, sono tutti elementi che nella nuova organizzazione del lavoro vengono integrati in sistemi di progettazione-processi olistici, come il metodo EAWS (Ergonomic Assessment Work-Sheet).

Cos’è il sistema EAWS?

E’ un sistema di screening ergonomico di 1° livello del rischio da sovraccarico biomeccanico, progettato per far fronte ad una valutazione del rischio di tipo olistico, ossia comprendente tutte le tipologie di rischio biomeccanico (carico posturale statico e dinamico, applicazione di forze, trasporto di carichi e movimenti ripetuti dell’arto superiore) a cui un operatore è esposto (rachide, collo, arti superiori e arti inferiori) nell’esecuzione di un compito lavorativo.

Il sistema EAWS nasce dal lavoro congiunto, svolto tra il 2005 e il 2008, di esperti internazionali provenienti dal mondo della medicina del lavoro, della biomeccanica e dell’ingegneria industriale, coordinati dall’IMD (International MTM Directorate).

I vantaggi del sistema EAWS:

  • E’ uno strumento utilizzabile nella fase di progettazione del prodotto/processo.
  • E’ conforme alle norme tecniche internazionali in materia di carichi biomeccanici.
  • Assicura condizioni di lavoro ergonomicamente favorevoli.
  • La deviazione dell’applicatore del sistema è minimizzata rendendo oggettiva l’identificazione e la misurazione delle azioni tecniche, delle posture incongrue e delle forze applicate.
  • Permette di documentare e valutare le condizioni di lavoro, tenendo in considerazione il carico di lavoro assegnato all’operatore come prescritto dalle normative vigenti.
  • Sviluppa un’estensione dello strumento Automotive Assembly Work-Sheet (AAWS) in modo da soddisfare tutte le parti della norma UNI EN 1005 e delle norme ISO corrispondenti (11226 e 11228) e rendere lo strumento.
  • E’ accessibile e disponibile a tutti, senza alcuna protezione dei copyright.
  • E’ direttamente collegato al metodo MTM.

La diffusione italiana del sistema EAWS nelle aziende:

Nel mondo il numero dei lavoratori coinvolti in stazioni di lavoro progettate con EAWS è superiore a 600.000 operai, in Italia si supera quota 100.000. Noi della Fondazione Ergo abbiamo tracciato una mappa delle aziende italiane che oggi utilizzano questo metodo e ne è emersa un’Italia intera che da Nord a Sud, riprogetta le proprie linee produttive utilizzando un sistema rispondente a standard internazionali, che garantisce livelli di competitività molto elevati oltre che il rispetto dell’ergonomia delle postazioni di lavoro. Tutto ciò significa lavoro meno faticoso e più sicuro.

 

Utilizzatori del sistema EAWS in Italia

mappa eaws

Dalla mappa si nota quante aziende del Sud Italia siano coinvolte in progetti di riorganizzazione e miglioramento delle proprie produzioni attraverso il metodo EAWS. I settori maggiormente coinvolti sono quelli labor intensive ovvero dove i processi industriali standardizzati sottopongono la popolazione lavorativa ad attività con un carattere di ripetitività elevata, in particolare nei settore dell’automotive e dell’elettrodomestico.

I risultati positivi del metodo EAWS

In Italia, prima fra tutti, è stata Fiat ad adottare nel 2005 il sistema EAWS e oggi raggiunge i suoi maggiori risultati da Pomigliano a Melfi fino a Cassino. Negli ultimi mesi la stampa nazionale ha dedicato molto spazio ai nuovi stabilimenti del gruppo FCA, che nel sud Italia offrono a molti giovani lavoratori nuove occasioni per il proprio futuro lavorativo, e, contestualmente, generano PIL e attivano un indotto che consente di rivitalizzare zone considerate depresse. Si pensi che per un lavoratore nuovo assunto si stima che ce ne saranno minimo 5 assunti nell’indotto. Il quotidiano La Repubblica, il 18 maggio 2015, parla addirittura di “Effetto Melfi” per la ripresa dei consumi. Diodato Pirone, nell’articolo del 20 febbraio sul Messaggero racconta di nuovi posti di lavoro anche nel Lazio, in particolare al porto di Civitavecchia, in seguito al massiccio rilancio dell’export di auto made in Italy verso gli Stati Uniti.

Non si tratta di semplici nuovi stabilimenti, ma di veri e propri centri di eccellenza. Prima Pomigliano e ora Melfi. Per curiosare e capire di cosa si sta parlando serve guardare da dentro lo stabilimento (Tour virtuale Melfi plant) e sentire le opinioni di chi lavora per assaporare l’aria che si respira. In questo senso, ne è un bellissimo esempio il servizio fatto dal giornalista Fabio Trappolini “Fiat Lux”, dove i commenti dei giovani operai lasciano trasparire molta soddisfazione e molto coinvolgimento all’interno dell’azienda.

Conoscere il sistema EAWS attraverso i corsi della Fondazione Ergo

Il sistema EAWS è uno dei temi trattati nella nostra offerta formativa. I corsi della Fondazione Ergo sono all’avanguardia e riconosciuti: non semplice informazione, ma vera e propria formazione. I nostri corsi coprono tra aree fondamentali: analisi del lavoro MTM (Methods-Time Measurement, ovvero la misurazione del tempo in funzione del metodo) – ergonomia (interazione tra uomo e tecnologia) secondo il sistema di screening EAWS (Ergonomic Assessment Work-Sheet) – gestione produttività per management e sindacati, trattate in seminari specifici.

Coming soon

Tra poche settimane daremo il via anche ad una fase pilota di un sistema di audit che servirà agli iscritti ai nostri corsi ad ottenere una radiografia approfondita della propria situazione competitiva. Stay Connected

 

 

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PAOLO REBAUDENGO E GIANLUCA FICCO NEL CDA DELLA FONDAZIONE

Categories: Innovations 2 | Posted by: Gabriele Caragnano

Comunicato Stampa

PAOLO REBAUDENGO E GIANLUCA FICCO NEL CDA DELLA FONDAZIONE

 

Varese, 20 aprile 2015 – Due nuove ingressi nel consiglio di amministrazione della Fondazione Ergo-MTM Italia, l’ente che riunisce imprese, sindacati e università in un progetto di ricerca, formazione e certificazione dei sistemi di misurazione del lavoro e del controllo dei carichi biomeccanici.

Si tratta di Paolo Rebaudengo, responsabile delle relazioni industriali del gruppo Fiat per circa 15 anni, fino al 2012 e di recente autore del libro “Nuove Regole in Fabbrica” e Gianluca Ficco, coordinatore nazionale dei metalmeccanici della Uilm per il comparto elettrodomestici e automotive. Le nomine sono state approvate oggi dal CDA della Fondazione di cui è Presidente l’ing. Luigi Gennaro Galante (FCA Group, VP Manufacturing area EMEA).

“Queste due nuove nomine confermano il ruolo della Fondazione Ergo-MTM Italia quale luogo neutrale di incontro tra mondo dell’industria e del sindacato” ha dichiarato Gabriele Caragnano, direttore generale della Fondazione.

Nella stessa giornata si è riunito anche il Consiglio degli Esperti, organo della Fondazione che ha nominato tre nuovi componenti: Angelo Galliano (PwC), Gianfranco Condò (CNH Industrial – Iveco) e Marcello Capoccia (FCA Group).

“Sono molto soddisfatto poiché la grande esperienza di queste nuove figure professionali che si impegnano da oggi a collaborare attivamente nel CDA e nel CDE, ai progetti della Fondazione sarà uno stimolo e un supporto per crescere e per lo sviluppo dell’industria italiana” afferma a fine giornata il direttore della Fondazione.

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Blu Factory: la bella fabbrica

Categories: Innovations 2 | Posted by: Gabriele Caragnano

Nel futuro dell’economia ci saranno le “Blu Factory”. È questo il grande obiettivo che la Fondazione Ergo-MTM Italia si è data con il Progetto Smart Factory che sarà lanciato in maggio. Di cosa si tratta? Del primo progetto al mondo di Certificazione Blu Factory basato sul sistema World Class Productivity Rating (WCPR), progettato da esperti di manufacturing per identificare e misurare le opportunità di miglioramento del sistema produttivo rispetto a livelli di organizzazione World Class.

Una certificazione volontaria, aperta, trasparente, che si avvale di standard internazionali e che poggia sul rigore scientifico che contraddistingue l’approccio della Fondazione alla Produttività e all’Ergonomia.

I settori a cui è rivolta la certificazione sono quelli “labour intensive”, incluso il settore dei servizi. Blu Factory è qualcosa di più di una certificazione, perché diffonde la cultura del benchmark tra aziende favorendo lo scambio e la condivisione nell’ambito del Club della Produttività.

La certificazione “Blu Factory” è strutturata in quattro livelli, da “azzurro” a “World Class Blu” in funzione del grado di “bellezza” e competitività dello stabilimento. Sì, perché ci sta a cuore diffondere il concetto di Buona Produttività e di Bella Fabbrica. Una fabbrica dove la produttività parte dal basso ed è costruita progettando ogni singola azione, tenendo conto delle capacità umane (velocità, precisione, sforzo, fatica e addestramento) e del contributo di valore che viene generato.

Crediamo così tanto in questo progetto che abbiamo voluto presentarlo al Ministero dello Sviluppo Economico che lo ha accolto con interesse ed entusiasmo. Il giorno 20 Aprile l’iniziativa verrà presentata alle organizzazioni sindacali, sottolineando l’utilità e l’importanza della Certificazione Blu Factory per garantire trasparenza, correttezza e indipendenza delle valutazioni.
Stiamo lavorando affinché la collaborazione con le istituzioni si rafforzi sempre di più e al tempo stesso vogliamo che il mondo della produzione possa conoscerlo da vicino. Il primo settore che ha raccolto la sfida è quello degli apparecchi domestici e professionali. Abbiamo così avviato una partnership con Confindustria CECED Italia (Associazione Nazionale Produttori di Apparecchi Domestici e Professionali) e la sua rete Internovation che prevede un primo appuntamento nel prossimo mese di maggio a Milano. Altri ne seguiranno in futuro e ci piacerebbe che proposte e idee giungessero anche da voi.

Smart Factory è quindi un progetto che contribuisce alla nascita di una cultura industriale nuova e al tempo stesso vuole smontare i luoghi comuni che ancora affliggono l’industria manifatturiera italiana, vista come arretrata e poco incline al cambiamento. Nel nostro Paese esistono già fabbriche all’avanguardia e imprenditori che hanno fatto propri i concetti di buona produttività. Il nostro obiettivo è quello di far emergere queste realtà e di riconoscere la loro eccellenza nello spirito di una sana competizione.

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INAIL – Bando Isi 2014

Categories: Innovations 2, Science 2 | Posted by: Gabriele Caragnano

La competenza della Fondazione ERGO-MTM Italia e la possibilità di poter accedere agli incentivi INAIL per la realizzazione di interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro

Anche per quest’anno INAIL ha confermato una importante iniziativa volta a supportare economicamente le imprese intenzionate a realizzare progetti volti al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

La Fondazione, senza alcun impegno di carattere economico, fornisce a tutte le imprese interessate la possibilità di organizzare un incontro esplorativo con i nostri esperti per valutare la possibilità di far finanziare un progetto aziendale che porti al miglioramento dell’organizzazione del lavoro e dell’ergonomia. In caso di valutazione positiva la nostra Fondazione offre supporto per attingere a incentivi economici messi a disposizione dai vari enti erogatori.

È stato infatti stanziato a livello nazionale, con modalità e importi differenziati per regione, un finanziamento costituito da un contributo in conto capitale pari al 65% delle spese sostenute dall’impresa, al netto dell’IVA (fino a un massimo di €130.000), per la realizzazione di una delle seguenti tipologie di progetto:
1. progetti di investimento
2. progetti di responsabilità sociale e per l’adozione di modelli organizzativi

Le imprese, purchè ubicate sul territorio italiano e iscritte alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura, possono presentare un solo progetto, per una sola unità produttiva. Per i progetti di tipologia 2 l’intervento richiesto può riguardare tutti i lavoratori facenti capo a un unico datore di lavoro, anche se dislocati in più sedi o più regioni.
Gli interventi finanziabili sono quelli che realizzano un effettivo, documentato miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori rispetto a condizioni di rischio riscontrabili nel documento di valutazione dei rischi aziendali.

La domanda dovrà essere presentata da ciascuna impresa a partire dal giorno 3 marzo 2015 in modalità telematica
, seguendo la procedura guidata disponibile sul sito www.inail.it a seguito di registrazione e con successiva conferma tramite Posta Elettronica Certificata.

Resta inteso che in nessun caso il supporto fornito dalla Fondazione ERGO-MTM Italia deve essere inteso come garanzia di ottenimento degli incentivi richiesti.
Per ulteriori informazioni in merito, la Segreteria della Fondazione ERGO-MTM Italia è a vostra disposizione al numero 0332 239979 o scrivendo all’indirizzo segreteria@ergo-mtm.it.

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L’editoriale di Gabriele Caragnano

Categories: Innovations 2 | Posted by: Gabriele Caragnano

Sta davvero accadendo qualcosa di importante nella cultura del lavoro in Italia? A giudicare dalla cronaca dell’anno che si è appena concluso mi pare proprio di sì.

Il ballo degli operai della Fiat di Melfi sulle note di Happy ha scatenato come prevedibile reazioni contrastanti, specchio delle divisioni che riemergono ogni volta che nel nostro Paese si parla di occupazione. Come sempre però un’immagine può essere più potente di molte parole e quel video ci dice, come l’amico Diodato Pirone ha sintetizzato efficacemente sulle pagine del Messaggero, che “In Italia esiste un popolo delle fabbriche attivo, non rassegnato, deciso a ribadire che il lavoro italiano non è secondo a nessuno nel mondo”.

Il cambiamento ha bisogno spesso di processi lenti ma la crisi in questi casi può svolgere un importante ruolo di acceleratore delle decisioni. Accade nell’impresa e a quanto pare accade anche nella politica. Il varo del “Jobs Act” è sicuramente uno dei fatti più rilevanti di questo 2014. Al di là delle polemiche strumentali sull’articolo 18, il provvedimento ha il merito di inquadrare il nuovo contratto a tutele crescenti in un contesto di regole chiare che sicuramente ne amplificheranno gli effetti positivi. Le parole di Franco Bentivogli non lasciano dubbi su questo. Commentando l’annuncio di Fiat che prevede 1500 nuovi occupati a Melfi nel 2015, il segretario della FIM CISL parlando del Jobs Act ha detto: “Ora ci aspettiamo che i mezzi d’informazione abbiano il coraggio di riesaminare i giudizi avventati e la disinformazione dilagante completamente slegata dalla realtà”. E rimaniamo quindi alla realtà.

Il 2014 è stato l’anno dell’avvio della produzione a Melfi di Jeep Renegade, un traguardo importante preceduto da un lungo lavoro di preparazione al quale la Fondazione ha contribuito ridisegnando insieme a ingegneri e a operai il sistema di gestione del lavoro in linea. Il 2014 è stato anche l’anno dell’annuncio del ritorno di Prada in Italia, con un piano industriale che prevede l’apertura di quattro nuovi stabilimenti; un bel segnale che ci dice un’altra cosa importante: si può essere un’impresa globale restando (o tornando) in Italia.

Se la crisi ci ha aiutati a ristabilire le priorità e a guardare con più lucidità alla nostra manifattura, la ripresa (che questi segnali sembrano – lo speriamo – preannunciare), dovrà consolidare questi risultati.

Una nuova cultura industriale è dunque possibile e si sta facendo strada con i fatti. Certo restano sul tavolo questioni ancora irrisolte, prima fra tutte quella dell’assenteismo. I dati diffusi da Confindustria sono eloquenti: l’assenteismo nelle aziende associate è al 6,5%, troppo per il secondo paese manifatturiero in Europa. Niente, più di questi numeri, ci ricorda ancora una volta che la buona produttività nasce dal basso e ci conferma quanto possa essere propulsivo il ruolo della nostra Fondazione come luogo ideale di incontro per tutti gli attori del mondo del lavoro: sindacati, imprese, università.

La Fondazione Ergo-MTM Italia, coerentemente con i propri valori, apre il 2015 scommettendo ancora una volta sul futuro della cultura industriale in Italia con un nuovo progetto: il Club della Produttività, un’iniziativa che mira a coinvolgere imprese di ogni settore in un processo di confronto sistematico della propria produttività rispetto a standard internazionalmente riconosciuti. Questo scoprirà molti veli: quelli di chi vuole nascondere gli effetti dei propri errori dietro a fattori macroeconomici; quelli che coprono realtà virtuose e pronte ad accogliere multinazionali straniere nel nostro amato Paese. Ve ne parleremo molto presto.

 

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Fabbriche globali. Un confronto fra Torino e Detroit

Categories: Innovations 2 | Posted by: Gabriele Caragnano

Esce nelle librerie, pubblicato dalla casa editrice Il Mulino, il libro “Fabbriche globali. Un confronto fra Torino e Detroit” di Andrea Signoretti.

Proponiamo una bella recensione fatta dal Prof. Berta sul quotidiano LaRepubblica.

Riportiamo di seguito la Premessa scritta da Gabriele Caragnano, direttore della Fondazione.

 Premessa

Ragionare oggi sul tema dell’organizzazione del lavoro, soprattutto nell’ambito industriale-manifatturiero è strategicamente rilevante, perché è un elemento che va ad impattare sui livelli di produttività, di competitività aziendale e sulla qualità stessa del lavoro degli operai.

A questa sono strettamente connessi molteplici aspetti che vanno dalle scelte e dalla visione del management, all’organizzazione degli stabilimenti fino al modo di lavorare interno alla fabbrica.

Nell’attuale contesto competitivo è importante che ogni azienda e i suoi manager tendano al miglioramento continuo e che siano orientati ad approcciare forme di lavoro nuove e moderne.

Indubbiamente il settore dell’automotive oggi sta radicalmente cambiando il concetto di fabbrica, ha saputo rinnovarsi negli anni. Negli anni 60 visitando uno stabilimento si osservavano operai in tuta blu che lavoravano in ambienti poco curati e studiati, ora non è più così. Oggi alcuni stabilimenti sembrano atelier di alta moda, gli operai sono vestiti di bianco, gli ambienti sono colorati e puliti, il lavoro è organizzato in piccoli gruppi di persone con un team leader…

Questa è la via della buona produttività che apprezzo e a cui tutta l’industria italiana dovrebbe tendere. L’importanza del lavoro dell’uomo all’interno di una qualsiasi realtà industriale è vitale per l’azienda stessa e per questo deve essere valorizzata sotto tutti i punti di vista. Tutto dipende dall’organizzazione del lavoro: da come si progetta il prodotto, a come si sviluppa il processo produttivo; da come si esegue la produzione a come si fornisce l’assistenza post vendita. 

Mi piace sempre ricordare il concetto di Buona Produttività. Buona significa innanzitutto che parte dal basso e la produttività è costruita progettando ogni singola azione, tenendo conto delle capacità umane (velocità, precisione, sforzo, fatica e addestramento) e del contributo di valore che viene generato. Definite e progettate le “buone” azioni, successivamente è essenziale saper comporre il puzzle e integrare ognuna di esse in modo armonioso e sincronizzato per la realizzazione di un flusso produttivo efficiente e sicuro. Tutto ciò non è fantasia ma l’essenza di qualsiasi sistema produttivo World Class, Lean o che dir si voglia (noi italiani amiamo le etichette).

Ciò mette in evidenza l’importante ruolo del lavoratore che sempre più dovrebbe essere visto come fonte di vantaggio competitivo, da coinvolgere e valorizzare.

Questo libro ha un duplice lato interessante: oltre al pregio di confrontare due mondi considerandone anche tutto il contesto sociale, culturale, sindacale, le differenze legate a sistemi di welfare diversi; entra nella fabbrica e ne analizza i processi, le linee, le stazioni di lavoro, le scelte organizzative evidenziando tutti quegli elementi chiave che sono alla base dell’organizzazione del lavoro e sui quali è sempre importante prestare la massima attenzione.

Un libro di indubbio interesse sociale che porta dati ed evidenze intorno al mondo degli operai nelle fabbriche, al loro ruolo, alle loro scelte e al modo di lavorare.

Ricordando ancora una volta che il mancato adeguamento delle strutture organizzative, il limitato coinvolgimento attivo di tutte le risorse umane in azienda può fare la differenza tra il successo e l’insuccesso di una azienda, voglio evidenziare che il mondo del lavoro del futuro parte proprio da queste analisi e dalla valorizzazione di tutti gli elementi trattati in questo libro.

 

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Calendario corsi di formazione 2015

Categories: Innovations 2 | Posted by: Gabriele Caragnano

“Buona produttività” a portata di click: al via i nuovi corsi della Fondazione Ergo-MTM Italia

Sono aperte le iscrizioni ai nuovi corsi 2015 rivolti a chiunque voglia specializzarsi in ergonomia, analisi del lavoro e gestione del miglioramento continuo della produttività

Raggiungere l’eccellenza nell’analisi del lavoro, nell’ergonomia e nei sistemi di miglioramento della produttività non è mai stato così semplice. La Fondazione Ergo-MTM Italia presenta i nuovi corsi pubblici 2015 che, grazie alla modalità e-learning introdotta quest’anno, potranno essere seguiti direttamente dal proprio pc senza assentarsi dal posto di lavoro e senza affrontare scomode trasferte.

Partecipando ai training della Fondazione è possibile specializzarsi in tre aree formative specifiche: analisi del lavoro MTM (Methods-Time Measurement), ovvero misurazione del tempo in funzione del metodo, ergonomia, interazione tra uomo e tecnologia, e gestione del miglioramento continuo della produttività.

Alla base delle metodologie Ergo-MTM, nate negli anni 40’ e diventate ben presto sinonimo di sviluppo industriale, c’è il concetto di “buona produttività” che si traduce in corretta organizzazione industriale per creare un contesto lavorativo efficiente, proattivo e fondato sulla salute e la sicurezza del lavoratore.

I nostri corsi permettono di imparare le più moderne conoscenze disponibili nel campo dell’ergonomia e dell’ingegneria industriale e di acquisire competenze riconosciute da una certificazione internazionale.” – afferma Gabriele Caragnano, direttore della Fondazione Ergo-MTM Italia – “L’offerta formativa riguarda azienda e sindacato, che finalmente, in questo modo, potranno parlare la stessa lingua e utilizzare un metro di giudizio condiviso su temi così delicati come quello del lavoro e della salute”.

La formazione firmata ERGO-MTM si articola in: Corsi Base, Corsi Specialistici Fondamentali, Corsi Specialistici Complementari, Praticantato e Workshop. I corsi si rivolgono a specialisti, manager, medici e organizzazioni sindacali che intendono specializzarsi in ergonomia e analisi del lavoro e ricevere una certificazione internazionale di rilievo soprattutto per le imprese del settore manifatturiero, dei servizi e dell’amministrazione pubblica. Inoltre, sono aperti ai responsabili della salute e della sicurezza, agli organismi che svolgono attività di sorveglianza sanitaria e agli studenti universitari che intendono arricchire il proprio curriculum.

Nella sezione Corsi del sito potete trovare le date, i costi e il modulo di iscrizione ai corsi pubblici organizzati dalla Fondazione nel 2015. Sono previste come di consueto due sessioni, una primaverile e una autunnale. Ricordiamo che le iscrizioni devono necessariamente pervenire nei termini indicati.

Di seguito, il link al calendario:

http://ergo-mtm.it/corsi/calendario-corsi/

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Convegno a Melfi – 22 novembre 2014

Categories: Innovations 2 | Posted by: Gabriele Caragnano

Comunicato Stampa

 Melfi: per la prima volta in Italia in una grande fabbrica ingegneri e operai
riprogettano insieme le linee di produzione

Gabriele Caragnano, Direttore della Fondazione Ergo-MTM Italia, a Melfi per il convegno Il lavoro per la crescita del Mezzogiorno: “Sono 350 mila i lavoratori italiani che operano su postazioni progettate secondo le tecniche Ergo-MTM”

Varese, 24 novembre 2014 – «Nello stabilimento Fiat di Melfi si è assistito, per la prima volta in Italia su così larga scala, a un lavoro di squadra tra ingegneri e operai nella progettazione delle linee produttive all’insegna del concetto di ‘buona produttività’, ovvero riduzione della fatica, forte partecipazione del personale operativo e organizzazione del lavoro». Così Gabriele Caragnano, Direttore della Fondazione Ergo-MTM Italia e Associate Partner di PwC Advisory S.p.A., nel suo intervento al convegno “Il lavoro per la crescita del Mezzogiorno” che si è tenuto sabato 22 novembre presso il Centro Nitti di Melfi.

La giornata è stata organizzata dalla rivista “Mondoperaio” e dedicata al lavoro, presente e futuro, tra innovazione nelle imprese, moderne politiche industriali e nuovi scenari di sviluppo per il Mezzogiorno e per l’Italia. Tema centrale, la rivoluzione dell’organizzazione del lavoro, che ha coinvolto i 5.941 dipendenti dello stabilimento Fiat di Melfi.

Le metodologie Ergo-MTM, rappresentate in Italia dalla Fondazione Ergo-MTM Italia, sono state protagoniste della riorganizzazione aziendale dello stabilimento lucano, che da metà settembre produce la nuova Jeep Renegade (prima vettura “Made in Italy” del marchio americano) e che tra poco vedrà sfilare tra i suoi capannoni la nuova 500X. Come afferma Caragnano, «quello che è successo a Pomigliano prima e oggi a Melfi non è da considerarsi un miracolo, ma semplicemente il frutto di un’organizzazione del lavoro basata sul concetto di produttività dal basso. Oggi sono ben 350.000 i lavoratori che nel nostro Paese lavorano su postazioni progettate secondo i metodi Ergo-MTM».

Oltre ai saluti istituzionali del Sindaco di Melfi, Livio Valvano, al convegno sono intervenuti Luciano Pero, professore del Politecnico di Milano, Domenico De Masi, professore di sociologia del lavoro della Sapienza di Roma, Gianfranco Viesti professore di economia all’Università di Bari che presenterà il suo ultimo libro “Cacciavite, Robot e Tablet. Come far ripartire le imprese” (scritto a quattro mani con Dario Di Vico) e Gilberto Gabrielli, sociologo, autore di testi economico finanziari e già professore di Strategia Aziendale all’Università Bocconi di Milano.

La Fondazione Ergo-MTM Italia è l’ente che riunisce imprese, sindacati e università in un progetto di ricerca, formazione e certificazione dei sistemi di misurazione del lavoro e del controllo dei carichi biomeccanici. La Fondazione è un centro di aggregazione improntato all’assoluta neutralità nelle relazioni tra impresa e sindacato con l’obiettivo di armonizzare produttività e sicurezza sul lavoro. Con sede a Varese, la Fondazione Ergo-MTM Italia è stata istituita nel gennaio 2012, Gabriele Caragnano è il direttore generale.

 

Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa, Domenico Avolio e Alessio Pappagallo – Haiku RP
Tel. 02 4351 1671 – domenico.avolio@h-rp.it, alessio.pappagallo@h-rp.it  

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MTM Office: più efficienza nei servizi. Il caso Smart P@per

Categories: Innovations 2 | Posted by: Gabriele Caragnano

MTM-Office System è la tecnica MTM studiata per migliorare la produttività anche nelle società di servizi. Ne parliamo con Michele Lapenna, Direttore di Smart P@per e Carlo Erik Rubano, istruttore MTM e Manager PwC del team Supply Chain Operational Excellence.

L’MTM Office e i processi “clerical”

Banche, assicurazioni, pubblica amministrazione, sono moltissimi i settori in cui sono presenti attività impiegatizie cicliche. Si pensi ai call center, alle attività di back office, alle pratiche amministrative delle grandi realtà e, ancora, al campo sanitario come gli ospedali, dove vi sono determinate procedure che vengono svolte quotidianamente da impiegati e infermieri. Nello specifico, questi processi vengono definiti “clerical”.
È possibile migliorare l’efficienza del lavoro anche in queste realtà e, quindi, facilitare e velocizzare l’analisi dei processi legati alla gestione delle informazioni, proprio come viene fatto per i processi aziendali, grazie alle diverse tecniche MTM. In particolare, per il mondo dei servizi e per l’analisi dei processi amministrativi e la gestione documentale è stato sviluppato il sistema MTM Office.

Imparare a lavorare meglio significa fare meno fatica ed essere più efficienti e produttivi. Tale approccio ha un impatto importante anche in termini di riduzione dei costi e di miglioramento del livello di servizio al cliente.

Il progetto Smart P@per. I risultati si misurano con esempi concreti

Smart P@per, società con sede a Sant’Angelo le Fratte, Potenza, specializzata nella progettazione, realizzazione e gestione di soluzioni per l’archiviazione e l’elaborazione elettronica dei documenti, nell’ottica di un miglioramento continuo aveva espresso l’esigenza di attivare un sistema per la predeterminazione dei tempi di lavoro relativi ai nuovi servizi richiesti dai clienti.

Per soddisfare questa esigenza serviva un sistema analitico basato su standard di lavoro accurati, utili anche allo sviluppo di un proprio sistema di misurazione. “Il mercato richiede in modo sempre più pressante prestazioni competitive – spiega Michele Lapenna, Direttore di Smart P@per – per operare in tal senso è necessario investire in ricerca e innovazione tecnologica, dotandosi al tempo stesso di una metodologia per la valutazione delle prestazioni ”.

In collaborazione con il team di PwC, in particolare con Carlo Erik Rubano, è stato individuato MTM Office come strumento ideale per una gestione efficace della complessità dei processi alla base dei servizi forniti da Smart P@per.

Vediamo in che modo MTM-Office System è stato utilizzato per la società lucana e perché

Lavorando sulle attività di back office, si sono individuate inizialmente delle macroaree di analisi come la fatturazione, la gestione del cliente, la customer care e su queste sono stati effettuati dei campionamenti per la valutazione analitica dell’efficienza. Ogni singolo flusso e processo è stato codificato e analizzato potendone individuare le perdite di efficienza.

“La valutazione scientifica degli standard di lavoro applicati, consente di ricalcolare l’efficienza dei processi sulla base di una scala di rendimento oggettiva - spiega Carlo Erik Rubano – e per ciascuna area studiata di identificare lo scostamento rispetto a standard di efficienza di livello World Class”.

Questi meccanismi hanno permesso di misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi individuati, in modo scientifico, “rappresentando un’ottima base” ad esempio “per correlare il sistema incentivante alla produttività con le positive ripercussioni che ne derivano sul miglioramento delle prestazioni – spiega ancora Lapenna -. Nel nostro settore le risorse umane rappresentano il principale fattore produttivo, pertanto il miglioramento dei processi produttivi, la formazione e il pieno coinvolgimento delle persone sono le principali leve su cui agire.”
Conclude soddisfatto Lapenna, esprimendo il suo parere positivo “Il sistema è in fase di implementazione ed è già riscontrabile l’impatto positivo del suo contributo metodologico.”

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Organizzazione del lavoro: l’esperienza Indesit

Categories: Innovations 2 | Posted by: Gabriele Caragnano

Ne parliamo con Dina Lombardi e Sebastien Pascolini, rispettivamente direttore Plant e direttore Manufacturing Excellence di Indesit

Continuiamo a parlare di produttività aziendale e modelli di organizzazione della produzione che, se applicati rigorosamente, possono cambiare le sorti di uno stabilimento.
Come affermano gli esperti, intervistati dalla Fondazione Ergo-MTM Italia, dotarsi di un production system può rivelarsi fondamentale per un’azienda perché permette di raggiungere alti livelli di eccellenza nel processo produttivo e contestualmente di migliorare le condizioni di sicurezza e di ergonomia dei lavoratori.

Indesit, tra le aziende leader in Italia per la produzione di elettrodomestici, si è dotata già dal 2009 di un production system, “l’Indesit Manufacturing Excellence” (IME), «un approccio ispirato ai migliori standard internazionali che mira a ottenere un flusso produttivo il più efficiente possibile, snello e focalizzato sulle attività a valore aggiunto – spiega Sebastien Pascolini, Direttore Manufacturing Excellence di Indesit -. In pratica, vengono ridisegnate le logiche di organizzazione della produzione, sincronizzate tutte le fasi e eliminate le attività che non contribuiscono ad accrescere il valore del prodotto (ad esempio le movimentazioni eccessive dei materiali, le scorte degli stessi, gli scarti o i tempi morti). In parallelo, Indesit si è dotata di un rinnovato processo di “sviluppo nuovo prodotto” improntato sulla filosofia del Lean Thinking (produzione snella). Le nuove logiche permettono, già nelle prime fasi di ideazione di una gamma di prodotti, di scegliere in maniera integrata le soluzioni progettuali – continua Pascolini – e i processi produttivi che concorrono al raggiungimento della massima competitività. Inoltre, da quest’anno, l’applicazione di IME sarà estesa anche ai fornitori strategici per raggiungere l’eccellenza lungo tutta la filiera e garantire così il massimo livello di competitività».

Ma che cosa significa standardizzazione del lavoro? «Vuol dire soprattutto risparmiare tempo, in quanto determinati processi, simili tra loro, vengono riproposti in modo sequenziale senza dover ogni volta inventarne di nuovi – spiega Dina Lombardi, Direttore Plant di Indesit -. Per una multinazionale dislocata in luoghi diversi è molto importante stabilire un “linguaggio comune” con il quale discutere su come affrontare i problemi e confrontare i risultati».

Indesit dalla fine del 2013 sta applicando in tutti i suoi siti produttivi la metodologia ERGO-UAS per la gestione del lavoro. «Questa metodologia permette un’ottimizzazione del bilanciamento ponendo al centro dell’attenzione l’ergonomia delle postazioni di lavoro – spiega ancora Pascolini -. Infatti, il metodo UAS rende oggettive le misurazioni delle fasi di lavoro e permette sia di individuare le differenze di carico biomeccanico delle varie postazioni, sia di tenerne conto nella distribuzione delle operazioni. Il risultato è un’abbinata perfetta tra ergonomia e produttività che apre ampi spazi per un approccio costruttivo e condiviso tra le diverse funzioni aziendali».

In quest’ottica, Indesit ha deciso di proporre sessioni formative dedicate a tutti gli attori: tecnici dello sviluppo, specialisti della gestione del lavoro, addetti a salute e sicurezza, direttori di fabbrica, responsabili risorse umane e rappresentanti sindacali. Spiega ancora Pascolini che, «consumi a parte, in Italia sussiste una crescente difficoltà a competere con produzioni a basso valore aggiunto. Il piano di 83 milioni di euro di investimenti, che Indesit sta attuando nel nostro Paese, permetterà di ridisegnare i tre poli produttivi italiani del Gruppo per aumentarne efficienza e competitività focalizzandoli su produzioni ad alto valore aggiunto. L’azienda mette in campo un nuovo modello di progettazione e produzione basato su tre elementi principali: un approccio che valorizzi le sinergie tra ricerca&sviluppo e marketing, una collaborazione sempre più stretta con i fornitori e una costante ricerca dell’efficienza di processo».

Investimenti, quindi, per tornare a competere con l’estero perché investimento significa innovazione e strategia. «La strada maestra per il recupero di competitività di uno stabilimento di elettrodomestici in Italia passa, innanzitutto, nel puntare sul livello dei prodotti in termini di design (in senso ampio, inteso come estetica, ergonomia, ecc.), tecnologia elevata e standard di qualità – continua Lombardi -. Inoltre, attraverso un buon livello di automazione dei processi è possibile contenere al meglio i costi del lavoro».

Purtroppo, a volte, è lo stesso sistema Italia che blocca o rallenta la crescita e gli investimenti nel settore del bianco e questo perché «non esiste una vera e propria politica industriale specifica per il settore che miri a valorizzarlo e a creare opportunità di sviluppo, interventi a sostegno ce ne sono ma si tratta per lo più di interventi spot – precisa il direttore Plant -. I vincoli principali, oltre all’elevato costo del lavoro, sono le lungaggini burocratiche da affrontare per qualsiasi processo autorizzativo e gli alti costi di funzionamento (energia, mancanza di servizi adeguati ai quali le aziende devono sopperire da sole)».
Ma quale sarà la situazione tra cinque anni, l’industria dell’elettrodomestico ce la farà? «Il contesto economico e i consumi sono in una situazione che è sotto gli occhi di tutti, così come gli altri elementi che frenano la competitività delle produzioni italiane ma è chiaro che con i giusti investimenti e focalizzandosi su produzioni a più alto valore aggiunto la sfida può essere vinta. In sostanza se si procede nella giusta direzione ce la si può fare- conclude Pascolini -».
E la giusta direzione potrebbe essere identificata anche nell’approccio scientifico delle metodologie ERGO-MTM. Metodi come ERGO-UAS, infatti, anche a fronte della loro rilevanza internazionale, possono dare un importante contributo per il rilancio del settore. Come affermato nello studio “Il Settore del Bianco – Italia a confronto con i competitor europei” pubblicato dal Centro Studi della Fondazione Ergo-MTM Italia a marzo 2014, il potenziale di miglioramento per l’Italia è consistente.
Secondo gli esperti della Fondazione, infatti, è possibile migliorare il costo del lavoro produttivo agendo semplicemente sull’organizzazione del lavoro (turni, pause, perdite di efficienza e metodo di lavoro), in altre parole definendo e applicando rigorosamente un production system. È necessario perciò riconoscere da una lato le difficoltà del contesto economico attuale e dall’altro agire concretamente attraverso tutte quelle azioni che potrebbero migliorare la competitività degli stabilimenti italiani.

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